venerdì 2 luglio 2010

Bugie Uomo


Fumei nasce a San Dona' di Piave ( VE ) nel 1886 e diviene rapidamente uno storico punto vendita di riferimento per calzature e cappelli.

Bugie di Fumei srl nasce nel 1996 a San Dona' di Piave ( VE ). Il punto vendita, inizialmente rivolto sia alla donna che all'uomo, nel 2005 viene scisso in due negozi distinti, Bugie Donna che mantiene la location storica in Galleria Leon Bianco, di prima fondazione, mentre Bugie Uomo viene aperto ex novo in via C. Battisti.

Bugie uomo non è un semplice negozio di abbigliamento, può essere piuttosto definito come un concept store dedicato all'uomo a 360', offrendo calzature, abbigliamento, accessori, gioielli e borse. L'idea delle titolari, all'apertura, era quella di far conoscere a quello che, in una prospettiva globale, può essere considerato un piccolo Paese, come gira la moda nelle sue capitali internazionali, nello specifico Parigi e Giappone, dove la moda viene concepita quale scelta di stile, espressione dell' "io" degli individui, piuttosto che come mera ostentazione del logo.

Potendo godere di un' ottima disponibilità economica e scelta dei marchi da trattare, grazie alla posizione di grande rilevanza dello storico negozio di calzature Fumei prima e di Bugie dopo, si è scelto di prendere in considerazione i più importanti brand della moda Giapponese, Francese e Italiana, rigorosamente made in Italy.

Ogni anno i titolari e responsabili del punto vendita si recano negli showroom a Parigi per prendere visione delle collezioni ed effettuare gli ordini; d'estate per la collezione Autunno/Inverno e d'Inverno per la collezione Primavera/Estate; di conseguenza, eccezione fatta per i colori, i titolari sono già consapevoli del trend della stagione successiva, con mesi di anticipo. Nonostante ciò si è scelto di dare al punto vendita una linea meno dettata dai trend, in continua evoluzione, cercando di proporre dei capi evergreen, sia nei colori che nei tagli, che non diventano mai obsoleti e possono, potenzialmente, essere portati per tutta la vita; si è cercato quindi di spingere il cliente a non spendere per il logo ma ad investire nel proprio guardaroba, costruendo un qualcosa che non verrà mai toccato dal tempo.

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